1. |
Due Lune
03:58
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Mi tengo appeso a questa fune
attorcigliata su un'altura,
lieve nel toccar due lune
barcollando al peso dell'arsura
Hai le trame dei capelli massacrati,
incastrati sotto prati rifiutati.
All'apice del silenzio
scrutatore sono io.
Poi che corrosi i fili intrecciati,
al primo gesto del tuo sguardo
fulmineo, naufragante, scosceso
due lune, eccoti.
Al tremante precipizio
luce di latte regalai al terreno.
Ho salvato la criniera
che ti ornò come chimera.
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2. |
Cuore di Fata
03:58
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Un gioco assai gradito
stimola i miei sensi,
le tue mani stanno lievi
ad orchestrare i miei capelli
All'unisono le palpebre rispondono
per dare al vento elogio
al tuo splendore.
Nel cuore di fata dormono i colori,
nel cuore di fata spariscono i rumori.
E un cumulo di viandanti chiederà chi sei,
ma alla fine ad ogni occhio ti dileguerai.
Perchè fata ha solo un sogno,
dormire accanto a me
e neanche l'aria può interferire su di noi.
Nel cuore di fata dormono i colori,
nel cuore di fata spariscono i rumori.
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3. |
Cascata
03:58
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Emancipando l'orrore riuscirò
ad erigere la mia fortezza
ove imbastirò i miei pasti.
Ogni goccia di sudore riempirà
i miei bicchieri di fogliame,
ricavato tagliando le erbacce dai boschi.
Che felicità traspare dalla noia,
quanta melma nasconde la gioia.
Non ci saranno campane a festa
né luci odorose del lercio comune
mi ciberò di solitudine.
I miei profumi dispersi nell'aria
faran da segnale a qualche uccello per rivelar
le loro brame.
Che felicità traspare dalla noia,
quanta melma nasconde la gioia.
Ho perso la vista in un bicchiere di cristallo
le mani spogliano il cuore per cercare un nuovo odore
la testa infrange i pensieri, li disperde nei sentieri
del castello dei doveri
i doveri che verranno, maliziosamente saliranno, dolcemente rovineranno,
intanto i tuoi capelli riflessi a cascata
sul mio corpo.
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4. |
Sospiri di Vento
07:44
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Quei rami d'argento sembrano accomodare
perle nervose nel loro luccicare.
Un attimo benigno rubato al tempo maligno
sviluppò:
bianche, soffici mani fatate che accolgono petali ridenti
candide, solitarie, inzuppate d'estro bollente.
Così come per scambio solidale quelle dita
lasciarono lieve la presa
che maestosa si posò
su superficie argentea.
E i petali carezzavano le perle danzando e sprigionando
umore violaceo che denso bussava, spesso penetrando di violenza.
E non sospiri di vento, non intuizione divina
fu essenza di quell'atto.
E nonostante l'immenso non avesse forma
tutto fu movimento e intreccio
corrispondenze rossastre, lente nel loro volare.
E i petali carezzavano le perle danzando e sprigionando
umore violaceo che denso bussava, spesso penetrando di violenza.
E non sospiri di vento, non intuizione divina
fu essenza di quell'atto.
Fu così, seppur folle parvenza
che in quella notte luminosa io fui,
io fui un petalo.
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Mathì Napoli, Italy
Mathì è un'idea poetico-musicale nata nel 2008. L'intenzione è quella di ricamare con note le suggestioni "metafisiche"
della poesia, sovrastare la realtà di immagini pure ed evocative fino a perdersi in esse.
Discografia:
2010 - Petali Ridenti (autoproduzione)
2013 - (in)quiescenza (Controrecords)
2016 - Figura (Octopus Record)
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