1. |
Sensi (intro)
02:36
|
|
||
Mescolo impasti di zucchero
di fragole e foglie d'acero
dal nulla traggo labbra ed è
sapore di sale marino.
Scavo nel solco del viso
collego terminazioni nervose
dal nulla traggo naso ed è
profumo di spine.
Dal senso alla figura
mistura su mistura
traccio un volto ed ogni ruga
è solco.
Sillabo le frequenze del vento
e il sospiro del firmamento
dal nulla traggo orecchio ed è
suono di silenzio.
Colleziono perle di conchiglie
sfere in suadenti ciglia
dal nulla traggo occhio ed è
colore di foschia.
|
||||
2. |
Il lamento dell'idiota
03:24
|
|
||
Occhi verdi di Madonna
labbra di cera in nera criniera
la donna.
Questa è l'immagine che affonda
la mente mia murata e profonda.
E la vergogna di averti scacciata
il rimpianto di averti sognata
e mai dimenticata.
Ma la tua cinica presenza mi infastidiva
oh! Quanto preziosa ti facevi
e più mi cercavi più m'innervosivi.
E ora chi ci pensa al riflesso
del pensiero fisso
che l'assenza tua ha concesso?
chi spezza il martello
che mi lacera il cervello?
La verità:
sulle sole labbra sei caduta
ma diversa dagli altri non ti ho mai
posseduta.
|
||||
3. |
Cannibale
03:05
|
|
||
Ti sciogli calda tra le braccia
diventi fuoco per la miccia
e le mani sui tuoi dorsi,
assomigliano ad una morsa.
Hai il collo serrato a morsi
e con veraci sorsi
lecco sangue zampillante
alimento nutriente.
E più mordo più divoro
più il godimento si fa serio.
Io ti farò il cuore a pezzi.
Io non ti amo
è la fame che mi divora le interiora.
Qui non faccio niente oltre che
restare a guardare indifferente.
|
||||
4. |
Sincera
03:19
|
|
||
Io sono il ghiaccio
sono l'esperienza del silenzio
non mi piego alla folla
non mi piego all'umore.
Io sono il buio
l'indifferenza al male e al dolore
sarò forte, sarò la morte.
La tradizione è schiavitù
l'ideologia ancor di più
te ne accorgerai quando non
respirerai più.
Io sono il gufo
sono il candeliere della notte
non mi trova la folla
non mi tange l'amore.
Io sono il buio
l'indifferenza al male e al dolore
sarò forte, sarò la morte.
E col cuore di metallo e
il cervello come spugna
assorbo solo la parte migliore
ed ora come fossi nell'asinità
mi congedo dalla libertà.
|
||||
5. |
Orchi-Dea
03:12
|
|
||
Sontuosa lingua sibillante
sulla mia pelle sanguinante
e se tu godi delle mie ferite
io sono il ratto che dalla gabbia
stride.
Annichiliscimi
a suon di labbra colpiscimi
fai della notte un solo grido
delle tue botte un soliloquio.
E non sento più il freddo
e ad ogni colpo tuo sto meglio
E non sento freddo
non sento
freddo.
Estranea bocca scintillante
afferra il viso barcollante
e se tu sfoghi sulle mie ferite
io mi dileguo in un dolore mite.
Annichiliscimi
a suon di labbra colpiscimi
fai della notte un solo grido
delle tue botte un soliloquio.
Quando ritornerò alla realtà
Verme mi sentirò
Nel formicaio della società
Dove bene, male
É una questione morale
|
||||
6. |
Furia nel bosco
04:02
|
|
||
Danzo coi piedi bagnati e per una volta
sfiguro il tuo corpo deforme e trafitto
da schegge di terra
da rami seccati
nell'antro del bosco notturno
gioisco
in mille latrati
poi rido, poi piango
mi bagno nel fango ed afferro la testa
fallita ed inerme
la bocca tremante
le luci dei fari di chi
m'imprigionerà.
Ora è la mia libertà
non ci sei più
tra i vivi non servi più
Sconsacratemi.
Ecco, ed io sono l'altro
la preda braccata
e non ho difese
le mani mie, arrese
non sento più i denti
è un dolce abbandono
non prego non piango
un tutt'uno col fango
il nero è la vista
e un attimo dopo
il varco di luce di chi
mi accoglierà.
Ora è la mia libertà
non ci son più
tra i vivi non servo più
Riscaldatemi.
Orazio ci sono più cose in cielo di quanto la tua filosofia possa spiegare.
|
||||
7. |
|
|||
Sorso di rosso
estremo finale
mi appare
la dolce voce virginale
che in nebbia compare
ed è strido fatale
ed in fumi serali
mi vuol riportare alla nuda realtà
papale, papale.
Io non ti sento e nel bicchiere sprofondo
addento il liquido rosso serale
perché nella finzione mi piace affogare
ed il lucido lume del mondo reale
vorrei annientare.
Perché mi guardi?
Mi trovi misero?
Dannati siano gli uomini e i loro progetti.
Siamo poveri, schiavi ed accecati
ma ora lasciami stare
ho la realtà
da vomitare.
Nuvola, nuvola, nuvola
vorrei essere nuvola
che lontano se ne sta
dal mare
a cui giammai spero di ritornare.
|
||||
8. |
Teresa
03:40
|
|
||
Teresa sono stanco e il senno l'ho perduto
la morale mi fracassa l'udito
al punto che le voci si son moltiplicate
ed intere dentro al cranio le ho stipate.
Guardami Teresa, ho la nebbia negli occhi
posso abbandonarmi mentre tu li tocchi?
Fui vita condotta morale e santità
non la seppi mantenere
questa è la mia viltà.
Passami la benda, avvicina la tua pelle
la prima per gli occhi la seconda per la brama
sicché cieco mi rimanga solo in mano
ciò che al tatto si consuma e
alla vista si beatifica.
Così conciato, la vista mi strappai
le due perle dalle orbite cavai
ma a cosa mi servì se a non vederti ora?
Il desiderio, se non ha occhi
della mano s'innamora.
Ma ora non importa, domani penserò
lascia che la mano ti accarezzi un po'
donati tutta, io t'immagino lucente
anche se davanti
io vedo solo niente.
|
||||
9. |
La bufera
03:08
|
|
||
Soffi, come il soffio forte del vento
alle porte chiuse, avvolgi lo spavento
e temerario l'alito d'inverno
s'inumidisce sopra il marmo
Memorie dall'esangue impallidire
osate fuoriuscire?
E col fuoco fatuo del coraggio
perché sciogliete il ghiaccio
del suo abbraccio?
Sputi pioggia
e di silenzio poi t'avvolgi
mentello, ghiaccio avvolto
negli anfratti della pelle
mentre taci
nuova coltre sul mio corpo
e giaci.
|
Mathì Napoli, Italy
Mathì è un'idea poetico-musicale nata nel 2008. L'intenzione è quella di ricamare con note le suggestioni "metafisiche"
della poesia, sovrastare la realtà di immagini pure ed evocative fino a perdersi in esse.
Discografia:
2010 - Petali Ridenti (autoproduzione)
2013 - (in)quiescenza (Controrecords)
2016 - Figura (Octopus Record)
... more
Streaming and Download help
If you like Mathì, you may also like:
Bandcamp Daily your guide to the world of Bandcamp