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Figura

by Mathì

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1.
Mescolo impasti di zucchero di fragole e foglie d'acero dal nulla traggo labbra ed è sapore di sale marino. Scavo nel solco del viso collego terminazioni nervose dal nulla traggo naso ed è profumo di spine. Dal senso alla figura mistura su mistura traccio un volto ed ogni ruga è solco. Sillabo le frequenze del vento e il sospiro del firmamento dal nulla traggo orecchio ed è suono di silenzio. Colleziono perle di conchiglie sfere in suadenti ciglia dal nulla traggo occhio ed è colore di foschia.
2.
Occhi verdi di Madonna labbra di cera in nera criniera la donna. Questa è l'immagine che affonda la mente mia murata e profonda. E la vergogna di averti scacciata il rimpianto di averti sognata e mai dimenticata. Ma la tua cinica presenza mi infastidiva oh! Quanto preziosa ti facevi e più mi cercavi più m'innervosivi. E ora chi ci pensa al riflesso del pensiero fisso che l'assenza tua ha concesso? chi spezza il martello che mi lacera il cervello? La verità: sulle sole labbra sei caduta ma diversa dagli altri non ti ho mai posseduta.
3.
Cannibale 03:05
Ti sciogli calda tra le braccia diventi fuoco per la miccia e le mani sui tuoi dorsi, assomigliano ad una morsa. Hai il collo serrato a morsi e con veraci sorsi lecco sangue zampillante alimento nutriente. E più mordo più divoro più il godimento si fa serio. Io ti farò il cuore a pezzi. Io non ti amo è la fame che mi divora le interiora. Qui non faccio niente oltre che restare a guardare indifferente.
4.
Sincera 03:19
Io sono il ghiaccio sono l'esperienza del silenzio non mi piego alla folla non mi piego all'umore. Io sono il buio l'indifferenza al male e al dolore sarò forte, sarò la morte. La tradizione è schiavitù l'ideologia ancor di più te ne accorgerai quando non respirerai più. Io sono il gufo sono il candeliere della notte non mi trova la folla non mi tange l'amore. Io sono il buio l'indifferenza al male e al dolore sarò forte, sarò la morte. E col cuore di metallo e il cervello come spugna assorbo solo la parte migliore ed ora come fossi nell'asinità mi congedo dalla libertà.
5.
Orchi-Dea 03:12
Sontuosa lingua sibillante sulla mia pelle sanguinante e se tu godi delle mie ferite io sono il ratto che dalla gabbia stride. Annichiliscimi a suon di labbra colpiscimi fai della notte un solo grido delle tue botte un soliloquio. E non sento più il freddo e ad ogni colpo tuo sto meglio E non sento freddo non sento freddo. Estranea bocca scintillante afferra il viso barcollante e se tu sfoghi sulle mie ferite io mi dileguo in un dolore mite. Annichiliscimi a suon di labbra colpiscimi fai della notte un solo grido delle tue botte un soliloquio. Quando ritornerò alla realtà Verme mi sentirò Nel formicaio della società Dove bene, male É una questione morale
6.
Danzo coi piedi bagnati e per una volta sfiguro il tuo corpo deforme e trafitto da schegge di terra da rami seccati nell'antro del bosco notturno gioisco in mille latrati poi rido, poi piango mi bagno nel fango ed afferro la testa fallita ed inerme la bocca tremante le luci dei fari di chi m'imprigionerà. Ora è la mia libertà non ci sei più tra i vivi non servi più Sconsacratemi. Ecco, ed io sono l'altro la preda braccata e non ho difese le mani mie, arrese non sento più i denti è un dolce abbandono non prego non piango un tutt'uno col fango il nero è la vista e un attimo dopo il varco di luce di chi mi accoglierà. Ora è la mia libertà non ci son più tra i vivi non servo più Riscaldatemi. Orazio ci sono più cose in cielo di quanto la tua filosofia possa spiegare.
7.
Sorso di rosso estremo finale mi appare la dolce voce virginale che in nebbia compare ed è strido fatale ed in fumi serali mi vuol riportare alla nuda realtà papale, papale. Io non ti sento e nel bicchiere sprofondo addento il liquido rosso serale perché nella finzione mi piace affogare ed il lucido lume del mondo reale vorrei annientare. Perché mi guardi? Mi trovi misero? Dannati siano gli uomini e i loro progetti. Siamo poveri, schiavi ed accecati ma ora lasciami stare ho la realtà da vomitare. Nuvola, nuvola, nuvola vorrei essere nuvola che lontano se ne sta dal mare a cui giammai spero di ritornare.
8.
Teresa 03:40
Teresa sono stanco e il senno l'ho perduto la morale mi fracassa l'udito al punto che le voci si son moltiplicate ed intere dentro al cranio le ho stipate. Guardami Teresa, ho la nebbia negli occhi posso abbandonarmi mentre tu li tocchi? Fui vita condotta morale e santità non la seppi mantenere questa è la mia viltà. Passami la benda, avvicina la tua pelle la prima per gli occhi la seconda per la brama sicché cieco mi rimanga solo in mano ciò che al tatto si consuma e alla vista si beatifica. Così conciato, la vista mi strappai le due perle dalle orbite cavai ma a cosa mi servì se a non vederti ora? Il desiderio, se non ha occhi della mano s'innamora. Ma ora non importa, domani penserò lascia che la mano ti accarezzi un po' donati tutta, io t'immagino lucente anche se davanti io vedo solo niente.
9.
La bufera 03:08
Soffi, come il soffio forte del vento alle porte chiuse, avvolgi lo spavento e temerario l'alito d'inverno s'inumidisce sopra il marmo Memorie dall'esangue impallidire osate fuoriuscire? E col fuoco fatuo del coraggio perché sciogliete il ghiaccio del suo abbraccio? Sputi pioggia e di silenzio poi t'avvolgi mentello, ghiaccio avvolto negli anfratti della pelle mentre taci nuova coltre sul mio corpo e giaci.

about

Un concept album in cui musica e fotografia si uniscono per narrare la contraddizioni dell’uomo: è “Figura”, il nuovo disco dei Mathì, in uscita l’11 aprile per l’etichetta partenopea Octopus Records.
Al centro del progetto i volti umani e le verità che nascondono: grazie alla collaborazione con la fotografa Michela Fabbrocino sono stati raccolti nove volti, e ad ognuno di essi è stata abbinata una storia, una canzone. Colti nella loro realtà, a volte crudele, i personaggi delle storie presentano sempre delle giustificazioni, siano esse di natura sociale, religiosa, morale o semplicemente personale, il che porta ad un annullamento delle differenze tra bene e male. Il risultato è un packaging originale, con una parte esterna realizzata attraverso cut cover (tratto distintivo delle produzioni Octopus Records), e un particolare booklet interno, composto da 9 scatti stampati su carta fotografica con i testi sul retro.

credits

released April 11, 2016

Francesco De Simone: chitarra elettrica / chitarra acustica / basso / voce
Antonio Marano: piano elettrico / synth
Francesco Tedesco: batteria / percussioni

Parole e Musiche: Francesco De Simone
Arrangiamenti: Francesco De Simone / Antonio Marano / Francesco Tedesco

Registrato, mixato e masterizzato da: Francesco Tedesco
Presso: IM | Recording / Nocera Inferiore (Sa)
Batterie registrate da: Antonio Senesi

Fotografie: Michela Fabbrocino
Progetto grafico: Antonio Marano

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about

Mathì Napoli, Italy

Mathì è un'idea poetico-musicale nata nel 2008. L'intenzione è quella di ricamare con note le suggestioni "metafisiche" della poesia, sovrastare la realtà di immagini pure ed evocative fino a perdersi in esse.

Discografia:

2010 - Petali Ridenti (autoproduzione)
2013 - (in)quiescenza (Controrecords)
2016 - Figura (Octopus Record)
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